Il racconto di Amelie Icard



Tra i ricordi e le testimonianze legate al TITANIC si va ad aggiungere una lettera della cameriera personale di Stone, Mrs. Evelyn Martha, vedova del presidente della compagnia telefonica canadese Bell, George Stone.
E' uno straziante resoconto, di prima mano, del momento in cui il TITANIC scomparve nell'Oceano Atlantico; si tratta di una lettera di una cameriera francese che è sopravvissuta al disastro. La missiva (sotto in immagine), datata 8 agosto 1955, ossia più di 43 anni dopo l'affondamento, è opera di Miss Rose Amelie Icard.


 


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Mrs. Stone ed Amelie salirono a bordo del TITANIC, come passeggere di prima classe, a Southampton: Amelie era stata assunta, dalla ricca vedova, come dama di compagnia pochi mesi prima ed ora erano di ritorno, verso gli Stati Uniti, dopo un lunga vacanza nel Medio Oriente. Le due donne riuscirono a salvarsi nella scialuppa di salvataggio numero 6 (quella di "Molly" Brown) e furono poi prese a bordo della Carpathia prima di essere portate a New York.


 


La scialuppa numero 6 in prossimità della Carpathia.


 

Nel 1955, all'età di 83 anni (nove anni prima della sua morte, avvenuta nel 1964), Amelie scrisse dunque queste dieci pagine di memorie. Nel 2012 il manoscritto fu acquistato all'asta; poi, quando l'acquirente ha deciso di farsi tradurre il testo, è stato messo alla luce del pubblico, ed ora sta infiammando gli animi degli appassionati di questa storia.
Anche se non ancora autenticato ufficialmente, lo scritto fornisce un vivido racconto della notte un cui il TITANIC è affondato.
Scritta in inchiostro blu, la lettera è indirizzata ad una donna, una certa Ausein, il cui nome è poco chiaro e nessuno con quel nome compare nella lista dei sopravvissuti.
Miss Icard, ci descrive scene di "horror" e di "sublime eroismo" dei passeggeri che cercarono di fuggire dalla nave che affondava; racconta di come, a distanza di molti anni dalla tragedia, ella avesse ancora incubi di quella notte. Riporta altresì con precisione anche i dettagli del suo salvataggio: "Per miracolo io e Mrs. Stone ci siamo ritrovate nella stessa scialuppa, dove c'erano circa 30 persone. L'ufficiale mi disse: "Rema veloce, hai solo 25 minuti per salvare la tua vita". Presi i remi e remai con così tanta energia che avevo le mani insanguinate ed i polsi paralizzati, perché dovevamo essere pronti a fuggire dall'immenso vortice che il TITANIC avrebbe potuto creare mentre affondava."
Miss Rose Amelie Icard, superstite di uno dei più infami disastri marittimi della storia, era nata a Murs, nella Provenza in Francia, il 31 ottobre 1872, e morì il 15 luglio 1964 a La Tronche, vicino a Grenoble.
Di seguito pubblico alcuni tra i più interessanti passi di questo scritto.
Il resoconto inizia facendo riferimento quando Mrs. Stone acquistò i biglietto d'imbarco e le disse che i posti erano prenotati sulla nave più bella: il TITANIC. Ha poi dell'incredibile che Amelie menziona il fatto che, nelle notti che precedettero la partenza del transatlantico, ella ebbe presentimenti di morte. Cita poi il Capitano ("commandant") Smith del quale le rimase impresso l'enorme barba bianca oltre il fatto che fu lui stesso ad aiutarla a salire sulla scialuppa che la portò in salvo. Amelie riferendosi ai quattro giorni di navigazione rimarca che poté ammirare il lusso del TITANIC e di come avesse trovato a bordo persone precedentemente conosciute durante i viaggi effettuati; si passa attraverso alcuni brevi cenni della giornata del 14 aprile fatidico (citando il marconigramma ricevuto dalla nave La Touraine, di Bruce Ismay che ribadì che il TITANIC era "inssincable" (nel testo originale è scritto così), dei fasti dell'ultima cena e degli eleganti abiti delle signore" … e poi "…verso le 11 siamo andate a dormire. Tre quarti d'ora più tardi … un urto terrificante ("un choc effrayable") ci gettò fuori dal letto
. Eravamo intenzionate sapere cosa stava accadendo, quando un ufficiale ci ha detto "Non è niente, ritornate nella vostra cabina." Ho risposto: "Ascoltate che rumore assordante, sembra acqua che scorra nella nave." … Al nostro ritorno in cabina (B 28) ho visto la figlia della nostra vicina che era arrivata in preda al panico, urlando: "Mamma, presto presto, alzati è molto urgente." … "Ho aiutato Mrs. Stone vestirsi, ella ha preso il suo giubbotto di salvataggio … Io stavo tremando ed ero ancora in vestaglia, ho preso un cappotto, il mio giubbotto di salvataggio e la seguii sul ponte."
Miss Icard descrive in seguito come è riuscita ad ottenere una coperta ed il cappotto di pelliccia che lei aveva lasciato sulla sua poltrona precedentemente e come questi indumenti l'hanno aiutata a proteggersi dal clima freddo dell'esterno. Poi riferisce che rischiò rimanere intrappolata sotto il ponte allorché era scesa in cabina nel tentativo di recuperare i gioielli della sua padrona: forse fu un segno del destino che sbagliò prendere una rampa di scale evitando così di prendere quella "giusta" che da lì a poco fu invasa dalle acque dell'oceano. "Fortunatamente per me, perché io non sarei mai tornata in superficie … In quel momento ho assistito a scene indimenticabili dove l'orrore era mescolato con il più sublime atto di eroismo. Donne, ancora in abiti da sera, alcune ancora in camicia da notte, altre malapena vestite, disordinate, sconvolte ... Il Capitano Smith urlò: "Les femmes et les enfants d'abord!".
Anche Amelie si sofferma sui strazianti dettagli di alcune scene avvenute a bordo, come quelle di donne che furono messe a bordo delle imbarcazioni di salvataggio, e che dovettero abbandonare i rispettivi mariti a morire a bordo del TITANIC, con la nave che affondava. "Vicino a me c'erano due anziani, Mr. e Mrs. Straus. Lei, dopo aver aiutato la sua cameriera, ha rifiutato di salire nella scialuppa … ha messo le braccia intorno al collo del marito, dicendogli: "Siamo sposati da 50 anni, non ci siamo mai lasciati, voglio morire con te!". … In una barca vicina è stata messa la giovane moglie del miliardario J. Jacob Astor, di ritorno dalla loro luna di miele: lei aveva 20 anni, lui 50. Lei era attacca a lui, il quale fu costretto a spingerla con forza sulla barca."
Ad un certo punto, prosegue il racconto di Amelie, l'equipaggio ("Les marins en blousoins bleu") ha intonato un inno (anche lei fa menzione al celeberrimo "Plus prés de Toi mon Dieu" - ossia il "Nearer My God To Thee" -) per aiutare gli animi dei passeggeri. Aggiunge ancora Amelie, che uno sconosciuto si tolse il proprio giubbotto di salvataggio e lo diede ad una donna dicendole: "Pregate per me".
Miss Icard descrive anche come ha scoperto un giovane nascosto sul fondo della sua scialuppa di salvataggio. "... ho notato che qualcuno era nascosto sotto di me. Non ho avuto il coraggio di rivelare la sua presenza. Non ho mai saputo chi fosse quell'uomo al quale ho salvato la vita in questo modo … Nel buio, udii grida ed urla orribili, gli scricchiolii della scialuppa, poi basta. A volte, 43 anni dopo la tragedia, ho ancora dei sogni terribili".
Miss Icard cita il fatto che la sua scialuppa e qualche altra imbarcazione ritornò sui luoghi del naufragio. Scrisse anche che fu "delle 2.229 persone tra passeggeri ed equipaggio tra le 745 persone che sopravvissero". Poi l'orrore di vedere il TITANIC scivolare sottacqua.
Alla fine fu salvata dalla Carpathia il giorno successivo; l'immagine più viva fu l'apparente serena calma che lei descrive dell'alba di quel mattino dopo il disastro. "… Le acque erano calme, e nulla che potesse suggerire che il gigante del mare era stato inghiottito qui sotto … Davanti a noi, due cattedrali di ghiaccio che sotto la luce del sole offrirono uno spettacolo di rara bellezza".
Poi le scene raccapriccianti e di sconvolgente desolazione con giovani donne rimaste vedove, madri senza i propri figli, l'apparente follia di una giovane madre ed una citazione anche per il milionario Benjamin Guggenheim il quale, dopo aver aiutato al salvataggio di donne e bambini, "si preparò a morire, con una rosa all'occhiello".
Infine le misere preghiere del cappellano della Carpathia ed il mesto inizio del viaggio verso New York.


 
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