Nel 1955, all'età di 83 anni (nove anni prima della sua
morte, avvenuta nel 1964), Amelie scrisse dunque queste dieci pagine di
memorie. Nel 2012 il manoscritto fu acquistato all'asta; poi, quando
l'acquirente ha deciso di farsi tradurre il testo, è stato messo alla luce
del pubblico, ed ora sta infiammando gli animi degli appassionati di questa
storia.
Anche se non ancora autenticato ufficialmente, lo scritto fornisce un vivido
racconto della notte un cui il TITANIC è affondato.
Scritta in inchiostro blu, la lettera è indirizzata ad una donna, una certa
Ausein, il cui nome è poco chiaro e nessuno con quel nome compare nella
lista dei sopravvissuti.
Miss Icard, ci descrive scene di "horror" e di "sublime eroismo" dei
passeggeri che cercarono di fuggire dalla nave che affondava; racconta di
come, a distanza di molti anni dalla tragedia, ella avesse ancora incubi di
quella notte. Riporta altresì con precisione anche i dettagli del suo
salvataggio: "Per miracolo io e Mrs. Stone ci siamo ritrovate nella stessa
scialuppa, dove c'erano circa 30 persone. L'ufficiale mi disse: "Rema
veloce, hai solo 25 minuti per salvare la tua vita". Presi i remi e remai
con così tanta energia che avevo le mani insanguinate ed i polsi
paralizzati, perché dovevamo essere pronti a fuggire dall'immenso vortice
che il TITANIC avrebbe potuto creare mentre affondava."
Miss Rose Amelie Icard, superstite di uno dei più infami disastri marittimi
della storia, era nata a Murs, nella Provenza in Francia, il 31 ottobre
1872, e morì il 15 luglio 1964 a La Tronche, vicino a Grenoble.
Di seguito pubblico alcuni tra i più interessanti passi di questo scritto.
Il resoconto inizia facendo riferimento quando Mrs. Stone acquistò i
biglietto d'imbarco e le disse che i posti erano prenotati sulla nave più
bella: il TITANIC. Ha poi dell'incredibile che Amelie menziona il
fatto che, nelle notti che precedettero la partenza del transatlantico, ella
ebbe presentimenti di morte. Cita poi il Capitano ("commandant") Smith del
quale le rimase impresso l'enorme barba bianca oltre il fatto che fu lui
stesso ad aiutarla a salire sulla scialuppa che la portò in salvo. Amelie
riferendosi ai quattro giorni di navigazione
rimarca che poté ammirare il lusso del TITANIC e di come
avesse trovato a bordo persone precedentemente conosciute durante i viaggi
effettuati; si passa attraverso alcuni brevi cenni della giornata del 14
aprile fatidico (citando il marconigramma ricevuto dalla nave La Touraine,
di Bruce Ismay che ribadì che il TITANIC era "inssincable" (nel testo
originale è scritto così), dei fasti dell'ultima cena e degli eleganti abiti
delle signore" … e poi "…verso le 11 siamo andate a dormire. Tre quarti
d'ora più tardi … un urto terrificante ("un choc effrayable") ci gettò fuori
dal letto.
Eravamo intenzionate sapere cosa stava accadendo, quando un ufficiale ci ha
detto "Non è niente, ritornate nella vostra cabina." Ho risposto: "Ascoltate
che rumore assordante, sembra acqua che scorra nella nave." … Al nostro
ritorno in cabina (B 28) ho visto la figlia della nostra vicina che era
arrivata in preda al panico, urlando: "Mamma, presto presto, alzati è molto
urgente." … "Ho aiutato Mrs. Stone vestirsi, ella ha preso il suo giubbotto
di salvataggio … Io stavo tremando ed ero ancora in vestaglia, ho preso un
cappotto, il mio giubbotto di salvataggio e la seguii sul ponte."
Miss Icard descrive in seguito come è riuscita ad ottenere una coperta ed il
cappotto di pelliccia che lei aveva lasciato sulla sua poltrona
precedentemente e come questi indumenti l'hanno aiutata a proteggersi dal
clima freddo dell'esterno. Poi riferisce che rischiò rimanere intrappolata
sotto il ponte allorché era scesa in cabina nel tentativo di recuperare i
gioielli della sua padrona: forse fu un segno del destino che sbagliò
prendere una rampa di scale evitando così di prendere quella "giusta" che da
lì a poco fu invasa dalle acque dell'oceano. "Fortunatamente per me, perché
io non sarei mai tornata in superficie … In quel momento ho assistito a
scene indimenticabili dove l'orrore era mescolato con il più sublime atto di
eroismo. Donne, ancora in abiti da sera, alcune ancora in camicia da notte,
altre malapena vestite, disordinate, sconvolte ... Il Capitano Smith urlò: "Les
femmes et les enfants d'abord!".
Anche Amelie si sofferma sui strazianti dettagli di alcune scene avvenute a
bordo, come quelle di donne che furono messe a bordo delle imbarcazioni di
salvataggio, e che dovettero abbandonare i rispettivi mariti a morire a
bordo del TITANIC, con la nave che affondava. "Vicino a me
c'erano due anziani, Mr. e Mrs. Straus. Lei, dopo aver aiutato la sua
cameriera, ha rifiutato di salire nella scialuppa … ha messo le braccia
intorno al collo del marito, dicendogli: "Siamo sposati da 50 anni, non ci
siamo mai lasciati, voglio morire con te!". … In una barca vicina è stata
messa la giovane moglie del miliardario J. Jacob Astor, di ritorno dalla
loro luna di miele: lei aveva 20 anni, lui 50. Lei era attacca a lui, il
quale fu costretto a spingerla con forza sulla barca."
Ad un certo punto, prosegue il racconto di Amelie, l'equipaggio ("Les marins
en blousoins bleu") ha intonato un inno (anche lei fa menzione al
celeberrimo "Plus prés de Toi mon Dieu" - ossia il "Nearer My God To Thee"
-) per aiutare gli animi dei passeggeri. Aggiunge ancora Amelie, che uno
sconosciuto si tolse il proprio giubbotto di salvataggio e lo diede ad una
donna dicendole: "Pregate per me".
Miss Icard descrive anche come ha scoperto un giovane nascosto sul fondo
della sua scialuppa di salvataggio. "... ho notato che qualcuno era nascosto
sotto di me. Non ho avuto il coraggio di rivelare la sua presenza. Non ho
mai saputo chi fosse quell'uomo al quale ho salvato la vita in questo modo …
Nel buio, udii grida ed urla orribili, gli scricchiolii della scialuppa, poi
basta. A volte, 43 anni dopo la tragedia, ho ancora dei sogni terribili".
Miss Icard cita il fatto che la sua scialuppa e qualche altra imbarcazione
ritornò sui luoghi del naufragio. Scrisse anche che fu "delle 2.229 persone
tra passeggeri ed equipaggio tra le 745 persone che sopravvissero". Poi
l'orrore di vedere il TITANIC scivolare sottacqua.
Alla fine fu salvata dalla Carpathia il giorno successivo; l'immagine
più viva fu l'apparente serena calma che lei descrive dell'alba di quel
mattino dopo il disastro. "… Le acque erano calme, e nulla che potesse
suggerire che il gigante del mare era stato inghiottito qui sotto … Davanti
a noi, due cattedrali di ghiaccio che sotto la luce del sole offrirono uno
spettacolo di rara bellezza".
Poi le scene raccapriccianti e di sconvolgente desolazione con giovani donne
rimaste vedove, madri senza i propri figli, l'apparente follia di una
giovane madre ed una citazione anche per il milionario Benjamin Guggenheim
il quale, dopo aver aiutato al salvataggio di donne e bambini, "si preparò a
morire, con una rosa all'occhiello".
Infine le misere preghiere del cappellano della Carpathia ed il mesto
inizio del viaggio verso New York. |