John
Pierpont Morgan, principale armatore del TITANIC, a cavallo tra
l'Ottocento ed il Novecento, costruì la propria fortuna (ancora oggi la J.
P. Morgan è una delle banche più potenti del mondo, legata al doppio filo di
tutti i nuclei vitali dell'economia e della politica americana - e non solo
-) grazie… anche alle invenzioni di Nikola Tesla (nato il 10 luglio del
1856), giovane scienziato serbo-croato emigrato a New York.
Tesla era ed è considerato dalla maggior parte della gente della strada un
povero scienziato pazzo, morto solo e miseria, in una camera d'albergo dopo
che alcuni suoi brevetti gli furono sottratti con l'inganno.
La disinformazione attuata contro di lui ebbe un effetto devastante sulla
sua vita: Tesla non era assolutamente un pazzo ma, forse, il più geniale
inventore della storia moderna. A lui dobbiamo, tra le settecento e più
invenzioni e o ricerche, per esempio la corrente alternata, le lampade al
neon, i raggi X ed il telefono; Tesla fu colui che riuscì addirittura a
prevedere quel fenomeno che decenni dopo venne battezzato Internet.
Le strade di Tesla e di John Pierpont Morgan si incrociarono per la prima
volta nel 1897: vi è documentazione che l'avido banchiere americano era
arrivato ad offrire allo scienziato dei fondi per le sue ricerche. Però
Morgan aveva posto le sue condizioni. Tesla, da uomo pratico e poco incline
ad accettare ricatti, avrebbe dovuto sposare la figlia di Morgan!
Si fece sotto allora un'altra nostra conoscenza: John Jacob Astor. Fu lui a
diventare così l'investitore più ricco e generoso di Tesla: nel 1899 aveva
investito 100 mila dollari per sviluppare e produrre un nuovo sistema di
illuminazione. Tesla invece, utilizzò il denaro per finanziare i suoi
esperimenti. Astor era comprensibilmente infuriato nel
vedere il proprio denaro sperperato in tal modo e per diversi anni i due si
evitarono.
Nel frattempo nel 1900 Tesla compì esperimenti di radiotelegrafia e fu
allora che nuovamente Morgan mostrò, con un certo naso per gli affari, un
vivo interesse… e nuovamente offrì del denaro allo scienziato. Anche
nell'anno seguente il banchiere investì risorse nel progetto di una torre di
telecomunicazioni (Wardenclyffe) che lo scienziato aveva messo a punto,
salvò poi (due anni dopo) chiudere il portafoglio. Certo è che successivamente, nel 1904, Guglielmo
Marconi, con i soldi di Morgan, utilizzò ben 17 brevetti di Tesla per
ottenere il suo risultato.
Un'altra invenzione, che fu impedita a Tesla di mettere in atto, fu la
trasmissione senza fili di corrente elettrica: il business della General
Eletric, società controllata anch'essa da Morgan, sarebbe crollato e questo
contrastava con la logica del profitto. Quando Morgan scoprì che il vero
scopo di Tesla era quello di trasmettere gratuitamente energia elettrica
senza fili, il banchiere ritirò immediatamente il suo appoggio finanziario
al progetto: Tesla dovette rinunciare a qualcosa come 150mila dollari di
allora!
Tornò a farsi vivo allora Astor: i due si riconciliarono e lavorarono di
nuovo insieme. Tesla, in quei momenti, stava mettendo a punto nuovi sistemi
di propulsione per aerei. Era il 1908.
Come ho scritto sia Morgan sia Astor avevano investito ingenti somme di
denaro nella brillantezza di Nikola Tesla. Mentre la preoccupazione
principale di Morgan con Tesla era di fare soldi, Astor e Tesla, erano
sostanzialmente dei buoni amici. Il Col. John Jacob Astor, proprietario del
Waldorf-Astoria, infatti tenne nella più alta stima lo scienziato,
soprattutto come un amico personale, e si tenne in stretto contatto con il
progresso delle sue indagini. Quando seppe che gli studi dello scienziato
erano stati interrotti per mancanza di fondi, Astor mise a disposizione di
Tesla altre diverse migliaia di dollari di cui lo scienziato aveva bisogno
per poter costruire un impianto.
Questo legame fu mal digerito da Morgan. Morgan ed Astor divennero acerrimi
nemici anche per la costituente Federal Reserve.
Dagli scritti lasciateci in eredità dallo scienziato pare che egli cercò di
convincere i due, Morgan ed Astor, a rinunciare ad imbarcarsi sul TITANIC,
ma mentre Morgan (nonostante tutto) nutriva una profonda fede nelle facoltà
intuitive di Tesla, seguì il consiglio, Astor se ne fece beffe.
Coincidenza: quando il Col. Astor perì sul TITANIC, la società di
finanziamento che fungeva da supporto a Tesla fu spazzata via.
Ma questa è una storia troppo scomoda! Un altro dato di fatto è che, subito
dopo la morte di Tesla (si suppone che sia morto il 7 gennaio 1943, all'età
di 86 anni, in una stanza solitaria dell'Hotel New Yorker, forse per un attacco
cardiaco), e nonostante avesse ceduto i suoi brevetti ed aveva debiti ancora
insoluti, i servizi segreti americani sequestrarono tutte le sue carte.
Davvero singolare: trattandosi di un pazzo, chissà quali meraviglie
tecnologiche dovevano essere schematizzate in quelle carte…, la conclusione,
a cui sono pervenuto, è che è certamente una possibilità: non si può fare a
meno di guardare la storia del TITANIC con un certo sospetto ed anche
con il dubbio che queste domande sollevano.
Chiudo citando un passo scritto dallo scienziato croato: "L'illuminazione
dell'oceano… è solo uno dei risultati meno importanti che possono essere
ottenuti con questa invenzione (l'illuminazione dell'atmosfera terrestre di
notte; N.d.A.). Ho già pianificato molti dei dettagli di una centrale di
trasmissione che potrebbe essere eretta nelle Azzorre e che sarebbe
ampiamente sufficiente per illuminare l'intero oceano di modo che disastri
come quello accaduto al TITANIC non si ripeterebbero". |