La spedizione del 1997



Ciò che accadde al TITANIC quella notte è stato oggetto di accesi dibattiti e le ipotesi formulate sono due, tra le quali la seconda è più attendibile perché provata da risultati scientifici: l'ipotesi che ebbe credito per quasi 90 anni si basava molto sulle testimonianze dei sopravvissuti, testimonianze fallate dai momenti di panico vissuti in quella occasione, rese ambigue da contraddizioni ed incoerenze. Una delle difficoltà nel ricostruire gli eventi è che quando si parlò singolarmente con ognuno dei sopravvissuti, si scoprì che ciascuno ebbe una reazione diversa. Tale ipotesi sosteneva che il risultato dell'urto fu una tremenda strisciata che ferì il fianco destro della nave nella sua parte anteriore, aprendo una falla lunga quasi 90 metri (disegno sotto).


 

Un disegno che raffigura l'urto con l'iceberg.
Un disegno che raffigura l'urto con l'iceberg.


 

C'era un esperto che, durante l'inchiesta, credeva di sapere che cosa fosse successo: era l'architetto navale Edward Wilding, impiegato presso i cantieri che costruirono il TITANIC. Wilding suggerì che la chiave per capire il danno, poteva essere trovata nella natura dell'allagamento: il TITANIC si allagò in proporzioni diverse nei sei compartimenti. Per Wilding questo indicava che ogni compartimento aveva subito un danno diverso dagli altri. Wilding suggerì anche, a chi portava avanti l'inchiesta, che l'effettivo danno dell'iceberg avrebbe potuto essere molto limitato. La stampa tuttavia, lo ignorò: tutti, infatti, erano convinti che l'unica cosa che aveva potuto distruggere il TITANIC era un'enorme apertura nello scafo. Questa supposizione ha resistito per quasi un secolo.
La spedizione francese avvenuta nel 1997, ha fornito anche dati convincenti che sembrerebbero proporre una nuova interpretazione dell'accaduto; gli studiosi con una lunga serie di immersioni, hanno studiato il relitto con il sonar, in modo tale da poter "vedere" anche la parte coperta dal fango, che è anche la più importante perché è proprio quella che entrò in contatto con l'iceberg.


 


In rosso i danni provocati dall'urto con l'iceberg.


 

Questa iniziativa è partita da una considerazione ormai consolidata e cioè dal fatto che i 6 compartimenti si allagarono in misure diverse, fatto che non avrebbe dovuto accadere se la falla fosse stata unica; tale spedizione ha rivelato che la ferita del TITANIC era composita, era formata cioè da 6 falle minori (nel grafico sopra sono evidenziate in rosso) con una lunghezza che andava da un metro a più di una decina di metri. L'entità del danno fu quindi molto più lieve di quanto non si pensasse, ma ciò nonostante il transatlantico affondò molto rapidamente, perché la posizione degli squarci fu tale da dare il via ad una serie di allagamenti progressivi che portarono in breve la nave sul fondo degli abissi.


 
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