Nuove rivelazioni
sull’affondamento del TITANIC: sul transatlantico "agonizzante" vinse
la solidarietà e "affondò" l'istinto egoistico di sopravvivenza, ecco perché
dalla tragedia della nave uscirono vivi soprattutto donne e bambini, ovvero
i più indifesi.
La nave naufragò lentamente, in modo da dare il tempo ai passeggeri di
ragionare e mettere in secondo piano l'istinto di sopravvivenza che rende
egoisti.
Come riferito dalla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze, PNAS,
nel guidare il comportamento umano in situazioni di vita o di morte fu anche
la pressione del tempo. Se c'è poco tempo per ragionare, hanno desunto i
ricercatori guidati da Benno Torgler, della Scuola di economia e finanza
della Queensland University a Brisbane, vince il "si salvi chi può", cioè
prevale l'istinto di autoconservazione.
Il TITANIC, affondato ilo 15 aprile 1912 dopo aver colpito un iceberg,
portò in fondo all'oceano oltre millecinquecento persone ed impiegò quasi
tre ore per "essere risucchiato" dall'oceano.
Dal TITANIC uscirono salve soprattutto donne e bambini e le persone che
accompagnavano bambini; gli scienziati hanno ragionato e compreso che la
ragione stava nella durata del tempo dell'affondamento.
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