Scialuppa numero 1

 


La scialuppa numero 1
 
Gli occupanti della scialuppa numero 1: in alto a sinistra Abraham L. Salomon, Charles Emil Henry Stengel e Charles Hendrickson; seconda fila da sinistra Lucy Duff Gordon, Laura Mabel Francatelli, Cosmo Duff Gordon e James Taylor; in basso George Thomas Symons, Albert Edward James Horswell, Samuel Collins e Robert Pusey.
Gli occupanti fotografati a bordo della Carpathia:
in alto a sinistra Abraham L. Salomon, Charles Emil Henry Stengel e Charles Hendrickson;
seconda fila da sinistra Lucy Duff Gordon, Laura Mabel Francatelli, Cosmo Duff Gordon e James Taylor;
in basso George Thomas Symons, Albert Edward James Horswell, Samuel Collins e Robert Pusey.

 
Passeggeri di prima classe
Duff Gordon, Lady Lucy Christiana Sutherland
Duff Gordon, Sir Cosmo Edmund
Francatelli, Miss Laura Mabel
Salomon, Mr. Abraham L.
Stengel, Mr. Charles Emil Henry
 
Equipaggio
Collins, Mr. Samuel
Hendrickson, Mr. Charles
Horswell, Mr. Albert Edward James
Pusey, Mr. Robert
Sheath, Mr. Frederick
Symons, Mr. George Thomas
Taylor, Mr. James
 

La barca numero 1 fu la meno carica di tutte. Vi è da considerare il fatto che questo genere d'imbarcazione era destinata al recupero di uomini in mare, quindi poco attrezzata.
Dopo la 7, la 5 e la 3, sul lato di dritta fu la volta della numero 1: il caricamento di questa imbarcazione si rivelò tra le storie più controversie dell'intera tragedia del TITANIC.
Un piccolo gruppo donne chiesero di ottenere sulla barca anche gli uomini e l'ufficiale Murdoch si disse d'accordo. L'equipaggio era composto almeno da sette membri tra cui la vedetta George Symons; la scialuppa fu calata alle 1:05 con a bordo quindi solo 12 persone delle 40 possibili: il livello della superficie dell'oceano già lambiva a prua gli oblò posti sotto la scritta TITANIC.
Secondo la testimonianza di Symon, non c'erano passeggeri sul ponte quando la barca venne calata. La barca si allontanò di poco dal TITANIC, di circa 200 metri e quindi le grida dei naufraghi furono ampiamente percepite ed a bordo dell'imbarcazione. Scoppiò un dibattito circa la possibilità di recupero di eventuali superstiti. Questi fatti furono poi stati oggetto di polemiche sia da parte della stampa e nel corso dell'inchiesta britannica. Symons testimoniò di aver preso posizione per tornare indietro, attribuendo il rifiuto di questa idea ai coniugi Duff Gordon, i quali avevano paura di un probabile capovolgimento dell'imbarcazione. Queste storie hanno spinto le autorità a chiedere ai Duff Gordon di comparire dinanzi alla commissione. L'ultima polemica riguardava il presunto denaro che i Duff Gordon avrebbero elargito a ciascuno dei membri dell'equipaggio: i due si difesero dalle accuse asserendo di aver avuto aiutare in modo queste povere persone, che avevano perso tutto e permettere loro di riacquistare l'attrezzatura perduta e scrivere una lettera alle famiglie al momento dell'arrivo a New York. Si parlò di una somma pari a cinque sterline, l'equivalente di un mese di paga. Alcuni videro in questo gesto un tentativo di corrompere l'equipaggio ad abbandonare l'idea di recupero di eventuali sopravvissuti. Nella sua requisitoria, il procuratore Rufus Isaacs non biasimò il comportamento dei passeggeri, e quindi dei Duff Gordon, ma condannò in particolare la cattiva organizzazione, la mancanza di informazione e formazione dell'equipaggio.


 
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