Una storia mirabolante con protagonista un cane, fu riferita dal New York
Herald del 21 aprile 1912.
Rigel, era un Terranova probabilmente appartenuto all'ufficiale del TITANIC, William Murdoch. L'animale nuotò per tre
ore nelle ghiacciate acque dell'Oceano Atlantico, alla vana ricerca del suo
padrone. C'è da chiedersi come, mentre la maggior parte dei passeggeri (ed animali) che finirono nell'acqua gelida
morirono per l'esposizione al freddo, un cane come Rigel avrebbe potuto
sopravvivere ad una lunga nuotata nel mare ghiacciato. Tuttavia, il cane di
questa razza (mi riferisce un noto allevatore italiano) è allevato per resistere alle dure condizioni del Nord
Atlantico; il Terranova ha piedi "palmati", una coda che sembra il timone
di una nave, ed un cappotto di pelo impermeabile che lo rendono un grande
nuotatore naturale. Il suo corpo poi, utilizza gli stessi metabolismi per
combattere l'ipotermia che possiedono gli orsi polari. Questo permette a
questi cani di essere utili, per esempio, ai pescatori nelle operazioni di recupero delle reti da pesca
al largo delle coste della sua isola natale (quella di Terranova, appunto)
vicino al Canada, che si trova a quasi 400 miglia a nord dove il TITANIC affondò.
Ci sono anche molte storie di cani di questa specie che contribuirono alla salvezza
di persone dal mare e di come essi siano preparati ad un esercizio in
condizioni estreme di ghiaccio per lunghi periodi di tempo.
La storia del
nostro Rigel ebbe inizio quando la nave di salvataggio Carpathia raggiunse la scena del disastro, il Capitano
Rostron (o quantomeno uno dei suoi uomini) fu attratto dall'abbaiare di un cane. Proprio vicino al cane,
si trovava una delle scialuppe di salvataggio del TITANIC (sembrerebbe essere
stata la numero 4, quella con a bordo i bei nomi dell'aristocrazia
americana), imbarcazione che era pericolosamente finita sotto prua della Carpathia, almeno così riportava
l'articolo. I passeggeri (una predominanza assoluta di donne e bambini, in
questo caso!) erano troppo esausti per gridare aiuto. Se non fosse stato per l'abbaiare di Rigel, che
in qualche modo aveva allertato l'equipaggio della Carpathia, questa
scialuppa avrebbe potuto fare una brutta fine. Questa
storia, però, non è mai stata verificata e nessuno dei superstiti di quella
barca ne fa menzione nei suoi sbiaditi ricordi di quella terribile notte.
Quello che invece è certo, fu che dal momento che il proprietario del cane era presumibilmente deceduto, al cane fosse
poi stato imposto il nominativo di Brigg, dal nome di una degli occupanti della
scialuppa, ma questo non è completamente falso (come qualcuno dichiarò)
anche perché vi fu una superstite del TITANIC con quel nome e che era a bordo della barca. Si avanzò
anche l'ipotesi che il cane fosse stato preso in consegna da un marinaio che di cognome faceva Brigg e
che era uno dei membri
dell'equipaggio della Carpathia. Ma anche questo potrebbe essere un errore. Infatti, prove recenti suggeriscono
che Rigel sia stato adottato da John Brown, maestro d'armi della Carpathia. Brown, prese con sé Rigel e
poi lo portò a casa sua, in Scozia.
Si ritiene che questo cane, eroe del TITANIC finì la sua vita in modo naturale. Il particolare però, purtroppo sconcertante, di tutta
la vicenda è che, a quanto mi riferiscono parenti dello scomparso William McMaster Murdoch, primo ufficiale del TITANIC,
egli non possedeva nessun cane! Ma finché si parlerà di TITANIC la
leggenda di Rigel vivrà! |