Per anni, fino al 1985 quando la spedizione franco-americana,
guidata da Robert Ballard, rintracciò i resti del TITANIC, si favoleggiò
delle immense ricchezze che sarebbero rimaste nelle casseforti del grande
transatlantico. Le ricerche, invece, stabilirono che nulla era rimasto!
La White Star Line, all'epoca, aveva invitato i passeggeri che viaggiavano con
monete, valuta, titoli e gioielli a depositarli nelle cassette di sicurezza
della nave. In cambio, essi ricevettero una ricevuta per l'avvenuto deposito
dei propri possedimenti.
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La notte del naufragio, il Commissario di Bordo,
Herbert Walter McElroy (nella fotografia in alto), diligentemente, rimosse
un gran numero di questi oggetti di valore dalla cassaforte, mettendoli in
borse in pelle. |
La scelta
di borse in pelle fu particolarmente fortunata, dal momento che i prodotti
chimici utilizzati nella concia delle pelli, offrì una protezione agli
oggetti di carta delicati come le banconote e biglietti da visita, che
altrimenti si sarebbero deteriorati. Le valigie avrebbero dovuto essere
caricate nelle imbarcazioni di salvataggio nei momenti dell'evacuazione
della nave. Le borse non arrivarono mai alle scialuppe e si dispersero sul
fondo dell'oceano! Uno di quei sacchi fu recuperato dalla R. M. S. TITANIC, Inc. nel
corso della spedizione del 1986. Ed il 28 ottobre dello stesso anno in una
trasmissione diretta TV, da Parigi, venne aperta una di queste borse:
conteneva una piccola quantità di banconote, monete (comprese lire
italiane!) e gioielli.
A bordo del TITANIC, il
tesoro in diamanti e gioielli fu stimato per un valore di oltre
trecento milioni di euro. L'importo fu soltanto relativo al valore degli effetti
personali dei facoltosi passeggeri: circolò, alla fine degli anni
settanta, una voce secondo cui con il TITANIC era affondata una partita di diamanti della De Beers che al valore attuale supererebbe i
dieci milioni di euro.
Tra le ridda di voci una cosa è certa e verificata:
il gioiello di maggior valore a bordo fu una collana di perle da 750mila
di dollari dell'epoca che fu sempre al collo di Eleanor Elkins Widener, la quale
si salvò insieme ai suoi preziosi.
Situato vicino al Grande Scalone di prima
classe, sul lato di dritta della nave, l'Ufficio del Commissario di bordo
consisteva in una serie di uffici dedicati a condurre, per così dire, gli
affari economici della nave. Durante il viaggio, i passeggeri si recavano
presso il Commissario di bordo per l'acquisto di biglietti per accedere al
bagno turco, per potersi concedere un tuffo in piscina ed anche per avere le
sedie a sdraio. Anche coloro che desideravano inviare un telegramma a terra
o, semplicemente inviare un messaggio di saluto dal TITANIC a parenti e
amici che si trovavano a bordo di navi di passaggio avrebbero fatto capo a
questo ufficio. Dopo il pagamento, il messaggio scritto veniva trasmesso
alla stazione radio per mezzo di un sistema pneumatico.
Il commissario di bordo Herbert Walter McElroy, chiuse gli uffici durante
l'evacuazione della nave ed invitò i passeggeri di pensare al salvataggio
della propria vita, a recuperare i propri giubbotti di salvataggio, e di non
pensare ai loro oggetti di valore. |