Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi





Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi nacque il 15 ottobre 1881 ad Arcisate, un paese a pochi chilometri a nord di Varese. Figlio di Carlo e Giuseppa Perlatti, il Portaluppi cresciuto sbozzando e lavorando la pietra, non ebbe esitazioni a seguire la strada già avviata da centinaia di migranti della Valceresio e partì per Barre, Vermont (USA), la capitale mondiale del granito, nel 1903. Il suo talento tecnico e artistico lo portò a Milford, New Hampshire. Venne decritto come scultore più che scalpellino, cosa che lo fece emergere alla Tonella & Sons Granite and Manufacturing Company, azienda specializzata in monumenti funerari di ogni tipo, ma anche nella pavimentazioni e opere in pietra. 
Portaluppi, in America sempre, si sposò nel 1903
con la concittadina Caterina Pelegatta, dalla quale ebbe una figlia Ines; si poi separò dalla moglie nel 1910: madre e figlia tornarono in Italia. Nell'autunno del 1911 Portaluppi fece un viaggio in Italia per rivedere la famiglia. Nella primavera del 1912 decise di ritornare in America ed acquistò un biglietto di seconda classe sul TITANIC. Si imbarcò a Cherbourg. 
Il suo racconto, della traversata, fu probabilmente confluito più tardi nelle spiegazioni che diede ai nipoti durante le passeggiate della sua vecchiaia piena di vicissitudini e tanto vagare. Della notte del 14 aprile 1912 si ricordava che, di certo, quella sera era andato a coricarsi presto. Fu destato da un tremendo scossone, che altro non fu che la conseguenza dello scontro con l'iceberg e forse dall'esplosione delle caldaie. Pensò anche di esser già attraccato al molo di New York.
Salì in coperta dove non notò niente di strano, ma ebbe la sensazione che doveva essere successo qualcosa. Rientrò in cabina, si rivestì e ritornò in coperta proprio mentre calavano una scialuppa di salvataggio. La numero 14. Portaluppi asserì di essere caduto accidentalmente in mare e di avere nuotato per almeno due ore prima di essere ripescato da una scialuppa. Forse potrebbe essersi imbarcato su di una scialuppa stessa mentre veniva calata in acqua. Ricordi discordi ed anche immagini giornalistiche inventate o giù di lì. 
Portaluppi fu salvato dalla Carpathia. La lista passeggeri compilata nei dettagli ne declinò le generalità: sposato, scultore di Arusati (Arcisate), diretto a Milford, New Hampshire. Data di arrivo a New York: 18 aprile 1912. I giornali locali diedero ampio spazio alla sua vicenda e posero l'accento sul trauma emotivo creato dall'affondamento della nave, dalla tragedia causata dalle centinaia di persone che vide galleggiare sull'acqua o perdere la vita e dalla prolungata permanenza in mare, senza precise idee sul futuro.
Emilio Portaluppi, in seguito alla tragedia, sporse pure reclamo per la perdita di una fotografia, con dedica, di Garibaldi valutata 3.000 dollari!
La paura dell'acqua non gli impedì nel 1914 di riprendere la via del mare per tornare in Italia, dove prese parte alla prima guerra mondiale nell'esercito italiano. Nel 1919 lo troviamo nuovamente negli USA a Passaic, New Jersey. Vicende alterne con frequenti viaggi tra Stati Uniti e Italia. Problemi con la cittadinanza e con la famiglia. 
Ogni tanto trascorse qualche vacanza ad Alassio, dove la fama di sopravvissuto del TITANIC lo aveva preceduto. 
Forse qualcuno, tra i non più giovani, si ricorderà di quel vecchio ometto distinto che con il suo bastone, per oltre venti anni dal '60 all'80 del secolo scorso, ha vissuto in pensione ad Alassio che parlava amichevolmente con tutti e tutti riconobbero perché fu l'ultimo italiano tra i superstiti del naufragio del TITANIC.
Ogni anno, il 15 aprile, il Portaluppi celebrava, al ristorante, l'anniversario del naufragio: il suo compleanno con trent'anni in meno, perché lui fu solito dire, giustamente, che essendo scampato alla morte si ritenne rinato in quel giorno e siccome allora aveva solo trent'anni li contò in meno; ragionamento logico! Per l'occasione si organizzava un grande pranzo cui furono invitati autorità e giornalisti. La cosa gli procurò notevole risonanza perché abbondarono gli articoli e le foto su giornali e riviste che pubblicarono la vera storia del naufragio, con particolari inediti arricchiti dal vecchio professore (
per la sua aria di elegante accademico) con molti particolari, così come quello di essere stato salvato dalla proprietaria (?!) del Times. Colei, che si trovava sulla scialuppa a cui il Portaluppi si avvicinò, intercesse per lui tirandolo a bordo mentre i marinai lo allontanarono con i remi; e lui aveva una pistola di madreperla n bocca, raccolta prima di buttarsi dalla nave, tra i flutti gelati per il ghiaccio. Pistola che dovettero strappargli di bocca poco a poco; la signora in questione fu Lady Astor.
Giustappunto legato alla signora Astor girò anche una storia d'amore che egli visse con la miliardaria americana.
Fu amore corrisposto o solo una passione rimasta segreta quella che univa Lady Astor e l'italiano? Portaluppi disse che si era lasciato convincere ad imbarcarsi disdicendo una precedente prenotazione sull'Oceanic proprio dai coniugi Astor, lui l'uomo più ricco del pianeta e lei poco meno che ventenne affascinante, in stato interessante. Portaluppi non fu certamente un mostro di bellezza: viso pacioccone, due occhi a spillo, le labbra corte e sottili, assomigliava vagamente ad Enrico Caruso. Ci fu del tenero fra lui e Madeleine Force, sposata Astor? Fu lo stesso Portaluppi che rivelò quel legame ed in particolare il fatto che a convincere i marinai di una scialuppa ad issarlo a bordo, dopo averlo già respinto con i remi, fu proprio Lady Astor, che si trovava tra i componenti della scialuppa.
Fu un personaggio Portaluppi, di quelli che un tempo si definivano gentleman e che mai avrebbero scambiato le proprie memorie per un momento di notorietà. 
Ancora nel 1971, a quasi 60 anni dalla tragedia, furono ancora molte le domande su cui glissava per rispettare la memoria dei suoi amici. Portaluppi si salvò con un tuffo da un'altezza di venti metri e grazie all'aiuto, che il destino volle gli fosse prestato, dalla donna che amò?

Portaluppi fece un ultimo viaggio in Italia nel 1972. L'ultimo, per restare poi definitivamente a trascorrere gli ultimi anni ad Arcisate, accanto alla figlia ed alla sua famiglia. 
Emilio Portaluppi, uno dei quattro miracolati del TITANIC, tratti in salvo dalle acque gelide dell'Oceano Atlantico, morì ultranovantenne il 18 giugno 1974, ed ora riposa nel piccolo cimitero prealpino di Arcisate.
Ma per saperne in maniera approfondita la sua storia, invito tutti a leggere il mio "Il picasass sopravvissuto al TITANIC" (Macchione Editore; 2019).


 
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