L'"orecchio" del TITANIC



Una nota casa editrice, specializzata nelle pubblicazioni di opere a fascicoli e che fa capo ad un gruppo francese per intenderci, in uno dei suoi opuscoli dedicati alla realizzazione del modellino del TITANIC, fa menzione di un "orecchio sommerso del TITANIC".
Leggendo il trafiletto ne ho appurato la veridicità. La cosa mi giunge non nuova del tutto, visto che già The Shipbuilder del 1911 ne faceva menzione (scrivendone una mezza paginetta), quindi se ne può dedurre che verosimilmente il Submarine Signalling (questo il termine esatto dello strumento) lo ebbero in dotazione sia il TITANIC sia la sua gemella Olympic.
La cosa strana emersa è che, in un apposito medaglione di un fascicolo, la suddetta rivista ne scrive in modo alquanto sibillino.
Essendo una questione squisitamente tecnica, mi sono rivolto ad uno neo diplomato in elettrotecnica (ovviamente con una tesi
riguardante collegata al TITANIC ed in particolare per le materie di indirizzo ha trattato "Generazione elettrica, impianto ed apparecchiature del TITANIC"), Edoardo Zancan, il quale di queste cose è un vero e proprio pozzo di sapienza. Leggiamo la sua relazione in proposito.


 

"Molti parlano, o hanno parlato in passato, dell'esistenza di un particolare apparecchio installato a bordo del TITANIC: un oscillatore!
Nel fascicolo in questione questo viene definito come l'"orecchio sommerso del TITANIC". Non possiamo essere certi che la White Star Line abbia fatto richiesta al cantiere irlandese della Harland & Wolff di dotare la nave di questa ancora futuristica apparecchiatura.
Dopo aver condotto svariate ricerche ho appurato che l'apparecchio era battezzato come "Fessenden Fathometer", dal nome del suo inventore Reginald Fessenden.
Innanzitutto faccio notare che questo dispositivo era composto da due parti, una che veniva fissata al fasciame della nave (il ricevente), l'altra veniva immersa in acqua (il trasmittente).
Come si può notare dalle figure sottostanti, questo può servire, come nelle moderne navi, per evitare principalmente la collisione con altre navi, al parcheggio dell'imbarcazione ed ad altre manovre.


 

                                        
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Questo apparecchio era utilizzato anche nei casi di scarsa visibilità, per esempio in presenza di nebbia. La semplice operazione da effettuarsi era di procedere a far calare la parte trasmittente in acqua.
E' possibile che la notte dell'affondamento del TITANIC questo apparato non fosse stato messo in funzione perché la notte era tranquilla e non c'era nulla che ostacolasse la visuale. In ogni caso, già all'epoca, molti test avevano dimostrato la sua inefficacia contro
la rilevazione della presenza di iceberg. Arthur J. Mundy, di Boston, colui che anni prima mise a punto questo ricevitore, aveva suggerito l'utilizzo dell'acqua invece che dell'aria come mezzo per la trasmissione di segnali e questo perché l'acqua offre molti vantaggi rispetto l'aria.
Vediamone alcuni punti:
1. Il suono non viene portato via dal vento in tempesta, come è il caso con la sirena.
2. Esso non è influenzato da perturbazioni atmosferiche, come nel caso di fili.
3. Permette la determinazione esatta della direzione dalla quale il suono sta procedendo.
La domanda lecita che ci si può porre e che se questo apparecchio, fosse stato realmente a bordo del TITANIC, avrebbe potuto salvare la vita di tutti i passeggeri, avvisando per tempo gli ufficiali della nave tramite l'apposito indicatore dell'imminente pericolo causato dalla presenza di iceberg?".
Una domanda che rimarrà senza una risposta.


 
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