Il lavoro di mappatura del TITANIC è in corso, ma il
vecchio relitto del transatlantico, che ha fatto sognare milioni di persone,
riserva altre sorprese.
E' stato scoperto un batterio sconosciuto alla scienza, che vive e prospera
tra la ruggine del TITANIC; vedi immagine qui sotto. |
Il TITANIC, fu sicuramente affondato dopo uno scontro con l’iceberg, ma si
affaccia l'umiliazione finale di essere sbriciolato dai batteri, che
lentamente stanno distruggendo i suoi resti sul fondo dell'oceano.
Questo
ossido di ferro,
è stato identificato grazie ad un prelievo (eseguito nel 1991) di particelle
di ruggine
ed è stato denominato Halomonas titanicae.
La scoperta è stata fatta, nel dicembre 2010, da Henrietta Mann e Bhavleen Kaur della Dalhousie
University di Halifax, Canada, e da
Cristina Sánchez-Porro ed Antonio Ventosa
dell'Università di Siviglia, Spagna.
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Secondo i ricercatori, i microrganismi raccolti da un "rusticle" (una
struttura simile ad una stalattite e costituita da ruggine, di cui sopra
vediamo una fotografia) stanno
lentamente distruggendo lo scafo di ferro.
Quando gli studiosi hanno testato questi organismi in laboratorio, hanno
verificato che essi sono in grado di aderire alle superfici di acciaio,
creando processi di corrosione.
Questo nuovo batterio sembra infatti gradire parecchio la struttura
arrugginita del TITANIC, creando quelle formazioni rugginose che si possono
osservare oggi sulla nave.
I ricercatori, sequenziando il DNA dell'Halomonas titanicae, hanno scoperto
che questo microrganismo racchiude esseri viventi che amano particolarmente
situazioni di alta salinità, tanto che riescono a sopravvivere nelle fredde
acque.
Questi "rusticles" sembrano essere strutture solide ma in realtà sono
altamente porose e l'acqua può passare; inoltre
ospitano una varietà di batteri, che potrebbero fornire il loro contributo
nella corrosione del metallo.
Ciò determina il disintegrarsi, in una polvere fine, di queste stalattiti di
ruggine.
Gli scienziati hanno dichiarato che: "Non sappiamo ancora se questa specie è
arrivata a bordo del TITANIC prima o dopo che esso è affondato o se è un
filo unico a quel particolare relitto".
"Forse tra 15-20 anni, il TITANIC
sarà una macchia di ruggine," ha sentenziato Henrietta Mann.
Dan Conlin, curatore della storia marittima del Maritime Museum of the
Atlantic di Halifax, che ospita una mostra permanente dedicata al TITANIC,
è più ottimista. "È troppo presto per stabilire quando resisterà ancora il
relitto. Gli scienziati hanno individuato le specie batteriche che lo stanno
erodendo, ma non hanno fatto una previsione precisa del tempo che gli resta
ancora da vivere. Al momento sono solo ipotesi". La fine del TITANIC,
comunque, non lo preoccupa. "Ci vorrà ancora molto tempo prima che venga
completamente distrutto. E forse quando succederà sapremo già tutto quello
che c’è da sapere sul TITANIC. Comunque il relitto è già stato
studiato e documentato a fondo e sopravvivrà ancora abbastanza a lungo per
continuare ad approfondire gli studi".
Ma quali misteri racchiude ancora il
TITANIC? "Il relitto è stato studiato poco dal punto di vista
archeologico. La documentazione è basata soprattutto su quello che hanno
riportato in superficie i cacciatori di tesori, che hanno scattato
fotografie per documentari e libri, e recuperato manufatti con cui poi sono
state allestite mostre, ma molto c'è ancora da sapere".
Il Maritime Museum of the Atlantic, va ricordato, possiede la più vasta
collezione al mondo di reperti in legno del TITANIC, portati in
superficie dalla corrente e recuperati dalle navi che per settimane
cercarono i corpi della vittime nell'area della tragedia. |
Il Maritime Museum of the
Atlantic conserva, inoltre, l'unico esemplare esistente delle sedie
(fotografia a sinistra) che si trovarono sul ponte della nave e che, come ha
specificato il curatore, è stato oggetto di studio da parte di molti
scienziati, compresi quelli della Dalhousie University. Gli oggetti che
fanno parte della mostra permanente dedicata al TITANIC sono circa
trenta e fra questi ci sono anche (vedi fotografia di destra) un paio di
scarpine ("Sono molto belle e molto tristi", dice Conlin) di un bimbo di 19
mesi, Sidney Goodwin, sepolto in uno dei tre cimiteri di Halifax, ed
identificato 95 anni dopo la tragedia.
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