Marzo 2012: è stata realizzata quella che potrebbe essere la prima mappa globale dell'intero campo
dei detriti del TITANIC.
I pezzi del TITANIC sono dispersi su un'area di
quasi quaranta chilometri quadrati sul fondo dell'Oceano Atlantico: con
questa mappatura si può sperare che essa fornirà nuovi indizi su ciò che è
accaduto esattamente la notte di cento anni fa quando la nave colpì un
iceberg, facendola affondare e diventare una leggenda. I segni sul fondo
dell'oceano fangoso suggeriscono, per esempio, che la poppa ruotò come una
pala di elicottero, quando la nave affondò, piuttosto che precipitare dritta
verso il basso. La prova che la poppa girò su se stessa si basa sul fatto che sul fondo
dell'oceano si trova a ovest mentre di fatto praticamente tutti i pezzi
si trovano ad est.
Il team che ha condotto la spedizione, nell'estate 2010, ha
utilizzato un sonar altamente sofisticato, un sonar a scansione laterale,
che si spostava a poco più di 3 miglia all'ora e che ha attraversato avanti ed
indietro il relitto. Sono state scattate più di centomila fotografie per
creare la mappa, che mostra visibili una parte dello scafo lunga diciotto
metri e cinque delle enormi caldaie, oltre a centinaia di oggetti e pezzi
della nave, che si presumeva inaffondabile. Le immagini poi sono state messe
insieme su computer ed assemblate in un collage per permettere una
visualizzazione ad elevata risoluzione del relitto. |
Il risultato è
una carta, che assomiglia più alla superficie della
Luna, e presenta detriti sparpagliati per il fondo dell'Oceano ben oltre la
sezioni della prua e della poppa che, ricordiamo, distano circa mezzo miglio
l'una dall'altra. Esaminando i detriti, gli investigatori ora possono
rispondere a domande del tipo di come la nave si spezzò, se ci fosse un
difetto strutturale nella progettazione: ci si aspettano nuove e
sbalorditive ipotesi.
Le precedenti mappe della zona intorno il relitto erano incomplete:
quest'ultima mappatura è stata resa possibile grazie alla spedizione guidata dalla RMS
TITANIC Inc., in collaborazione con
la Woods Hole Oceanographic Institution, Massachusetts e il National Oceanic and Atmospheric Administration, l'ente federale americano
che vigila sugli Oceani. Responsabile della spedizione David Gallo.
Clicca su questa pagina:
"La mappatura del
relitto 2" si possono vedere alcune fotografie scattate
nell'occasione. |