C'era posto anche per loro




 

Quando parliamo di Gatti (con la G maiuscola) del TITANIC per associazione di idee pensiamo subito a lui, Gaspare Antonio Pietro, il manager dei ristoranti di prima classe. Per analogia non riusciamo però a collegare la parola "gatti" (con la g minuscola) ad uno dei nostri animali domestici per antonomasia.
Per omaggiare la simpatia di una mia carissima lettrice, Angela Reguzzoni, mi accingo a scrivere queste brevi note. In un precedente articolo ho scritto della presenza dei cani a bordo del TITANIC ("I cani a bordo"), viceversa il fatto meno conosciuto è che, nonostante diversi libri e siti web hanno sostenuto il contrario (o quantomeno questa affermazione è in parte vera ed in parte falsa; scopriremo più avanti nella lettura perché), è assai probabile che c'erano dei gatti a bordo.
Ricordo di aver letto da qualche parte che, già nel 1600, Luigi XIV aveva dato disposizioni affinché tutte le navi francesi avessero a bordo almeno due gatti. La maggior parte delle navi del tardo XIX secolo ed inizio XX, comprese le navi militari, avevano uno o più gatti "imbarcati" al preciso scopo di eliminare la presenza di topi ed, in secondo luogo, come mascotte, come portafortuna.
Un mio mito, il leggendario esploratore Ernest Shackleton, addirittura aveva un amore particolare per questo felino e lo volle con sé in quasi tutte le sue avventure antartiche: si chiamava Mrs. Chippy. Quello che vediamo qui sopra in immagine è un abile fotomontaggio che rappresenta appunto il TITANIC e, sulla balaustra di poppa, il gatto Chippy.
Mi riferiscono eminenti storici in materia, che altre navi coeve del TITANIC, come il Lusitania e l'Empress of Ireland ad esempio, avevano gatti come parte dell'equipaggio. Tornando al nostro TITANIC abbiamo dichiarazioni, rilasciate dall'equipaggio e dagli stessi passeggeri, che c'erano un sacco di ratti a bordo (si stima ci fossero almeno seimila topi sul nuovo transatlantico!).


 


John Podesta


 

Di questa cosa ce ne danno testimonianza un fuochista di nome John Podesta, sopra in immagine, il quale dichiarò di aver visto almeno una mezza dozzina di topi che attraversavano il locale caldaia, il 13 aprile, il giorno prima dello schianto contro l'iceberg. La passeggera irlandese di terza classe Katherine Gilnagh (fotografia sotto), vide un topo nella sala comune (immagine sotto a destra) quella sera del 14 aprile.


 

Katherine Gilnagh

 

Quindi quasi sicuramente anche quelli del TITANIC avevano pensato di tenere la situazione sotto controllo "assumendo" dei gatti. Per deduzione possiamo scrivere che essendo una grande nave, il TITANIC di gatti ne avrebbe dovuto avere parecchi. Almeno un paio di componenti dell'equipaggio fecero menzione di questi animali sul TITANIC.
Un fuochista, tale Jim Mullholland, riferì della presenza di un gatto nella sala motori, di nome Mouser (nomignolo cui potrebbe fare riferimento al suo "dovere" in contrapposizione al suo nome). La hostess Violet Jessop scrisse nelle sue memorie di un altro gatto, di nome Jenny; la Violet riferì di aver visto questo animale anche dopo che il TITANIC aveva lasciato il porto. Sembra improbabile invece che i soli Mouser e Jenny siano serviti per la derattizzazione di una nave delle dimensioni del TITANIC. In ogni caso però abbiamo saputo della presenza a bordo di almeno un gatto, forse due. Sembra poi, per voce popolare, che Mullholland si doveva preoccupare di prendersi cura del gatto del TITANIC; le info ci consentono di sapere che Mouser era una gatta soriana, ed era anche incinta. Probabilmente si trovava già a bordo mentre il TITANIC navigava da Belfast a Southampton, e prima dell'arrivo al porto inglese Mouser aveva quattro gattini.
A Southampton, la nave venne caricata di molte derrate alimentari e la Violet cita di un gatto che si trovava dove c'era il locale degli approvvigionamenti: era Jenny quello visto nella stiva di carico e Mouser il gatto visto in sala macchine? Questo non lo sapremo mai, ma penso che sia probabile che ci fossero entrambi.
Mouser sembrava turbata. Il giorno della partenza del TITANIC, Mullholland vide la gatta mentre prendeva ciascuno dei suoi cuccioli, aiutandoli a scendere dalla nave. Questo fatto affascinò il nostro uomo a tal punto che si preoccupò. Mentre quella mattina del 10 aprile i ricchi e famosi salivano a bordo della grande nave, Mouser era andata nella direzione opposta, con ciascuno dei suoi micetti. Il fuochista, che era superstizioso, non partì con il TITANIC per il suo viaggio inaugurale, e qualche giorno più tardi dichiarò: "Quella gatta sapeva qualcosa!".
Come abbiamo letto, le documentazioni risalgono sempre a quando il TITANIC si trovava all'ancora a Southampton, quindi questo potrebbe indurre ad affermare che forse nessun gatto fosse a bordo allorché il TITANIC salpò per il suo primo ed ultimo viaggio.
Ho trovato questa poesia, ma non il nome del suo autore.

When men go down to the sea in ships,
As they do to this very day,
They carry along a good ship's cat,
To keep the rats at bay.
One such cat at the Belfast yard,
Had kittens while on board.
The date was April 1912, Anno Domini, year of our lord.
Now the ship was new, and the crew was, too,
So a trial run was deemed fair.
And the scullion lad, whose name was Jim,
Wound up with the tabby's care.
In the F deck galley Jim scoured and scrubbed,
His job was to bow and bend,
But he saved the scraps from every meal
For the cat he now called a friend.
They circled the coast 'till their anchor dropped
At the port of the White Star Line,
Where the ship was loaded with lobster and steak,
And silver and crystal and wine.
The cat seemed troubled when the trials were done,
Thought she loved her life on the ship.
With kittens in tow, she disembarked,
Refusing to make this trip.
She carried her babies, one by one,
Down the gangplank to the quay,
Two thousand passengers clambered aboard,
But the cat went the other way.
Jim followed his friend and he left that ship,
About to sail the Atlantic.
He bid farewell to the maiden voyage of RMS TITANIC.
When Jim tells the tale of that wise old cat,
He gets naught but a sneer and a scoff.
Over one thousand drowned when that ship went down.
But Jim and the cat got off.
Down with the ship that fateful night,
Went fathers and sons and wives,
But the cat saved Jim by lending him,
One of her own nine lives.

 
Quando gli uomini vanno verso il mare su navi,
come fanno in questo giorno,
si portano dietro un buon gatto da nave
per tenere i topi a bada.
Uno di questi gatti, presso il cantiere di Belfast,
ebbe dei gattini mentre era a bordo.
La data era aprile 1912, Anno Domini, anno del nostro Signore.
Ora, la nave era nuova e anche l'equipaggio lo era,
quindi un giro di prova fu ritenuto lecito.
Lo sguattero, il cui nome era Jim,
si prese cura di un gatto soriano.
Nel reparto F della cambusa, Jim sgrassava e puliva.
Il suo compito era quello di inchinarsi e piegare,
ma salvò gli scarti da ogni pasto
per il gatto che ora ritiene un amico.
Girarono la costa finché non calarono l'ancora
al porto della White Star Line,
dove la nave era carica di aragosta e bistecca
e d'argento e cristallo e vino.
Il gatto sembrò turbato quando le prove furono fatte,
pensò che amava la sua vita sulla nave.
Con i cuccioli al seguito, la gatta sbarcò,
rifiutandosi di fare questo viaggio.
Portò i suoi cuccioli, uno per uno,
giù dalla passerella alla banchina.
Duemila passeggeri s'imbarcarono,
a il gatto andò nella direzione opposta.
Jim seguì il suo amico e lasciò quella nave,
in procinto di navigare l'Atlantico.
Diede così l'addio al viaggio inaugurale della RMS TITANIC.
Quando Jim ora racconta la storia di quel saggio vecchio gatto,
non ottiene altro che un ghigno e una beffa.
Oltre mille annegarono quando la nave affondò,
ma Jim e il gatto scesero.
Giù con la nave quella notte fatale,
andarono padri e figli e mogli,
ma il gatto salvò Jim, prestandogli
una delle sue relative nove vite.

(Traduzione di Alessio Bianchi)


 
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