Il disastro del TITANIC fu causato da un errore di William Murdoch?



Attenendosi rigorosamente al protocollo, una norma del codice di navigazione introdotta nel 1850, il Primo Ufficiale William McMaster Murdoch (sotto in immagine) potrebbe aver segnato il destino di oltre 1.500 persone a bordo del TITANIC.


 


William McMaster Murdoch


 

Questa notizia mi è rimbalzata dall'Irlanda, in questo caldo inizio di primavera 2019. Una norma del codice di navigazione potrebbe essere all'origine del disastro del TITANIC.
In caso di emergenza tutte le navi devono virare a tribordo, cioè a destra, per evitare la collisione con un'altra imbarcazione che proviene da quella direzione, ma evidentemente questa non riguardava un iceberg. E' il giornalista Senan Molony, quello dell'incendio..., a rilanciare questa altra ipotesi nel libro "TITANIC: Why She Collided, Why She Sank and Why She Should Have Never Sailed" ("TITANIC, perché ha colliso con l'iceberg, perché è affondata e perché non avrebbe mai dovuto partire").
Risaputo dell'incendio che covava a bordo (sviluppatosi vicino alle caldaie e che aveva causato gravi danni allo scafo della nave, nello stesso punto in cui poi colpì la montagna di ghiaccio, e che imperversava da quando la nave aveva lasciato il porto di Belfast il 2 aprile 1912); altrettanto risaputo della carenza di carbone, limitata a causa di uno sciopero del settore, problema che fu solo parzialmente risolto prelevando del carbone da altre navi della stessa compagnia così da garantire la partenza del TITANIC, cosa che avrebbe potuto benissimo aver indotto il Capitano Smith ad attraversare la zona di iceberg del Nord Atlantico, cioè la più diretta (se ci fosse stato più combustibile, avrebbe potuto scegliere di scansare gli iceberg, allungando il percorso, e puntare poi dritto a New York); analizziamo ora questo presunto errore tecnico di Murdoch.
Quando il TITANIC si è scontrato con l'iceberg l'ufficiale di turno sul ponte di comando era proprio lui William Murdoch mentre il Quarto Ufficiale, Joseph Boxhall, prima dell'impatto, era nella sua cabina e non aveva potuto notare il blocco di ghiaccio.
Le navi, di fronte ad un'altra imbarcazione in avvicinamento, dovrebbero virare a tribordo, ma ciò non poteva funzionare ovviamente con l'iceberg. La procedura operativa di protocollo, di fronte ad un oggetto inatteso, era di andare a dritta. Ma in questo caso fu fatale, come dimostra l'iceberg disegnato dal marinaio Joseph Scarrott (immagine sotto), perché questa enorme massa di ghiaccio si estendeva proprio in quella direzione.


 


 

Comprendendo che stavano per colpire l'iceberg, l'equipaggio avrebbe dovuto dunque condurre rapidamente la nave nella direzione opposta, ma a quel punto era troppo tardi. In questa versione degli eventi, il TITANIC seguì la norma, ma fu un terribile errore. Si presuppone che per evitare la collisione abbia seguito, rispettato le regole e applicato la procedura standard. Se avessero scelto immediatamente di alterare la rotta a sinistra, sicuramente non sarebbe affondato, ma avrebbero infranto una norma o comunque una consuetudine o anche una reazione naturale. Durante le inchieste successive al disastro, quasi certamente alcuni membri dell'equipaggio mentirono sulla sequenza degli eventi. Fu riferito che il TITANIC compì solo una manovra ma probabilmente ne fece due e contraddittorie ("Tutto a dritta!" e "Indietro tutta!"), che costarono il prezzo della vita di numerose persone e del transatlantico.
E' vero, come dice Molony, che fin dal 1850 la regola fondamentale era quella che due navi trovandosi di fronte una all'altra, avrebbero dovuto modificare la loro rotta a destra; è anche vero che se una nave (come un'auto) individua una nave sulla sua destra (con la quale ritiene di avere una collisione), deve alterare la sua rotta a destra, cioè lasciarle libero il passaggio. Ora, il punto è che l'iceberg non è una nave e pertanto l'ufficiale responsabile della manovra di evasione decide di conseguenza.
Mi supporta il Capitano Bruno Malatesta: "Se nel 1912, io vedo un iceberg completamente, per evitarlo posso decidere di passare alla sua sinistra o alla sua destra, anche perché non so di quanto si estenda sott'acqua. Se invece ne vedo solo una parte, cioè quella più prossima alla mia prua e non capisco dove termina verso la mia destra, allora la manovra più prudente è quella di deviare decisamente a sinistra, cioè dove ho più visuale e mare libero."
Quindi potrebbe essere successo, e il condizionale è d'obbligo, che gli ufficiali del TITANIC di guardia quella notte, abituati a scansare navi sulla destra, si siano comportati così anche con l'iceberg.
"Secondo me, per cercare di comprendere cosa accadde nel 1912", continua il Capitano Malatesta, "avrei cercato di capire di quanto l'iceberg si estendeva almeno in superficie e quindi decidere che cambio di rotta fare. Cioè, se l'iceberg venne individuato parzialmente, allora il cambio di rotta a destra  sembra azzardato; se invece l'iceberg fu individuato completamente, allora il cambio di rotta a destra ci poteva anche stare."
Ma nel 1912, sebbene in una notte chiara, con i mezzi di allora, e chissà secondo quali altre circostanze, è possibile che gli ufficiali del TITANIC non ebbero il tempo di localizzare l'estensione dell’iceberg. Va anche detto che queste nuove informazioni sul cambio di rotta del TITANIC si sovrappongono con quelle relative al malinteso tra ufficiali di guardia e timoniere rispetto all'ordine di "timone a destra" o "barra a destra" e creano ancor più incertezza su cosa realmente accadde.
In conclusione un argomento che rimane ancora molto aperto che fa ben capire come la situazione sul ponte di comando del TITANIC in quella fatidica notte fosse davvero esplosiva.


 
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