Ci sono stati altri spaventosi incidenti da allora, ma lo spirito del TITANIC
indugia ancora come un'ossessiva cattiva coscienza collettiva. Perché
mai? Forse perché la nave fu così grande, le storie di eroismo
e di autosacrificio così commoventi, ed il numero di dispersi così
importante? Forse perché la tragedia poteva essere evitata se solo
il comandante Edward John Smith avesse fatto ridurre la velocità di
crociera, o se a bordo ci fossero state più scialuppe di salvataggio
ed i soccorsi fossero stati organizzati meglio? O forse perché fu un disastro che nessuno mai avrebbe potuto prevedere?
Il TITANIC fu il simbolo di un'epoca di grande ottimismo, si
credeva che la tecnologia potesse dominare suprema sulla natura. La storia del TITANIC ci ha detto che il progresso tecnologico
umano uscì drasticamente ridimensionato dalle forze della natura; lo
strenuo tentativo dell'uomo di sfidare continuamente i propri limiti, per
vana gloria o per intima convinzione, per poi ritrovarsi sconfitto e preda
degli eventi fu un insegnamento universale. La natura ci pone davanti
mille problemi da superare e questa fu una lezione che ci dovrebbe
insegnare, con efficacia, ad affrontare la realtà del
mondo con grande rispetto ed umiltà.
Non bisogna neanche trascurare l'aspetto sociale della tragedia. Una nave
costruita per i ricchi borghesi che finì con il diventare la tomba per la
maggior parte dei passeggeri meno abbienti di terza classe. Questa non è
una splendida metafora dell'economia moderna? Le guerre dichiarate dai
ricchi e combattute con il sangue dei poveri non è fedelmente
rispecchiata in questa tragedia? Le scialuppe mandate in acqua mezze vuote
e che comunque non tornarono mai a recuperare i superstiti non
somigliano molto agli speculatori di borsa che dividono la ricchezza a
pochi, succhiando il sangue di molti? E la Carpathia che arrivò tardi
non può rappresentare il grande numero di inutili aiuti umanitari inviati
alla tragedia già consumata nelle zone più disastrate del pianeta?
Infine una perla: l'orchestra che continuò a suonare immolandosi per
compiere fino in fondo il proprio dovere. Sembra che questo fosse uno degli
aspetti realmente provati dai sopravvissuti. In un mondo come quello
moderno in cui restare fedele ai propri principi e compiere il proprio
dovere prima di ogni cosa è diventato un comportamento
"stupido", ha l'effetto di uno schiaffo in faccia.
Il TITANIC rappresenta un interrogativo con il quale cerchiamo di
misurarci: mi chiedo cosa avrei fatto se fossi stato lì quella notte, ma
io credo che eroismo e coraggio siano più ad appannaggio del singolo che
del gruppo.
Il TITANIC è oggetto di molti miti e di molta disinformazione: la
scienza ci può dare gli strumenti per eliminare, almeno in parte, la
disinformazione e raccontare cosa successe realmente quella notte. Scrivendo queste righe spero che mi aiuti a ricordare sempre che in questo
mondo siamo tutti a bordo di un grande transatlantico, divisi per classi,
guidati da un destino che corre a mille verso l'ignoto e che purtroppo non
è mai uguale per tutti. Spero che mi aiuti a ricordare le oltre 1500
vittime dell'incoscienza, dell'egoismo, della disparità sociale.
Per me il TITANIC è anche questo. claudio
bossi gennaio 2008 |