Come andarono le cose



In quegli istanti drammatici il Capitano Edward John Smith stava nella tranquillamente sua cabina, dopo aver presieduto il ricevimento per gli ospiti illustri di prima classe, pavoneggiandosi tra aristocratiche nobildonne e ricchi finanzieri.
Sul ponte di comando furono attimi concitati. L'ufficiale di comando William McMaster Murdoch ordinò: "Indietro tutta, barra a dritta". Il TITANIC rallentò la sua corsa; la manovra non riuscì ad impedire alla fiancata di destra di strisciare contro l'iceberg. Un fatto è certo: il TITANIC, progettato per resistere ad urti anche molto forti, aveva un dispositivo formato da 16 compartimenti stagni e poteva navigare verso la salvezza con due od addirittura con quattro di essi totalmente allagati.
Il TITANIC imbarcò acqua rapidamente: l'immediata chiusura di tutte le porte stagne, eseguita simultaneamente con un unico interruttore posto sul ponte di comando, condannò alla morte buona parte dei macchinisti e dei fuochisti.
I danni causati dall'urto, tuttavia, furono così gravi che i compartimenti inondati furono sei e la nave iniziò lentamente ma inesorabilmente ad inclinarsi in avanti, favorendo così l'allagamento progressivo di tutti gli altri compartimenti.


 

Thomas Andrews
Thomas Andrews


 

Subito dopo lo scontro il Capitano Edward John Smith e l'ingegnere che progettò la nave, Thomas Andrews (fotografia sopra), effettuarono un'ispezione per verificare le condizioni dello scafo; si capì subito che il transatlantico era perduto ed in poco tempo sarebbe affondato. Il Capitano ordinò di far calare in mare le scialuppe di salvataggio, pur rendendosi conto che il numero delle persone che avrebbero potuto essere salvate non corrispondeva affatto a quello di tutte le persone presenti a bordo; dovendo scegliere un criterio, egli optò per la salvezza delle donne e dei bambini, innanzitutto di prima classe, per poi seguire con la seconda e successivamente con la terza; in seguito si sarebbe pensato all'equipaggio.
Nel frattempo i marconisti cercarono disperatamente la presenza di navi vicine e, invocando l'aiuto, usarono per la prima volta il segnale di soccorso S. O. S. Furono anche lanciati numerosi razzi di segnalazione, ma questi vennero completamente ignorati dal Californian, una nave di media grandezza che si trovava molto vicina al TITANIC; ancora oggi sono ignote le cause di questo fatto, ma si crede che il Capitano del Californian reputò che quei razzi fossero dovuti a dei festeggiamenti che si stavano consumando sulla nave e non prese sul serio quello che fu in realtà un disperato segnale di avvertimento.


 

Il "teatro" della tragedia e la posizione delle navi più vicine al TITANIC.

 

Il numero delle scialuppe fu di per sé già ridotto, ma il numero dei sopravvissuti fu ancora inferiore alle possibilità, anche perché dato l'affanno del momento, le imbarcazioni di salvataggio vennero calate in mare semivuote e non tornarono indietro per soccorrere coloro che si trovavano in mare.
La nave si inclinò sempre di più e, data la tremenda pressione esercitata, lo scafo si spezzò in due tronconi tra il terzo ed il quarto fumaiolo: la parte di prua, la più grande, affondò immediatamente, portandosi dietro la parte di poppa ancora agganciata in qualche punto; quando anche la seconda parte venne sommersa dall'acqua, essa esercitò una grande forza dal basso verso l'alto, per via dell'aria rimasta al suo interno e, a questo punto, le due parti si separarono completamente.
Alle ore 2:20 del 15 aprile 1912 il TITANIC scomparve per sempre dalla superficie del mare.
Le persone che affondarono con la nave o per il suo risucchio morirono quasi istantaneamente, ma anche quelli che indossavano i giubbotti di salvataggio e che cercarono di nuotare morirono nel giro di poco per l'assideramento dovuto alla bassissima temperatura dell'acqua (si parlò di una temperatura compresa tra 0 e -2° C).


 
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