Erano tutti i marinai e si erano imbarcati sul TITANIC a Southampton, come
passeggeri di terza classe: avevano il biglietto cumulativo contrassegnato
dal numero 1601, pagato 16 sterline e 9 scellini. Essi corrisposero ai nomi Fang
Lang,
26 anni, il quale fu tratto in salvo dalle gelide acque oceaniche
dagli occupanti della scialuppa numero 14; Lee Bing e Chang Chip (32 anni
entrambi), Ling Hee (24 anni), Ah Lam (38 anni) e tutti salvatisi a bordo
del pieghevole C, Choong Foo (32 anni), salvatosi a bordo della scialuppa
numero 13. Non ce la fecero e perirono nel naufragio Len Lam (23 anni),
Lee Ling (28 anni).
Un secolo dopo che il TITANIC è affondato, alcune nuove storie
emergono a galla. La storia dei passeggeri cinesi che sono scampati al
naufragio del TITANIC è stata ampiamente dimenticata, anche in
patria: erano gli unici che non avevano mai raccontato le loro storie.
Il tasso medio di sopravvivenza per gli uomini nella terza classe era
solo uno su sei. Ma quando si verificò il disastro, essendo marinai
seppur con una padronanza della lingua inglese limitata, questi fattori
si erano trasformati in un vantaggio per gli otto uomini cinesi a bordo:
sei di loro sopravvissero.
Tutti e otto gli uomini cinesi arrivavano dalla Cina meridionale.
Precedentemente avevano lavorato su navi da carico, che viaggiavano tra
la Cina e l'Europa, e probabilmente avevano intenzione di emigrare negli
Stati Uniti anche loro per avviare una nuova vita.
Quando la nave colpì l'iceberg, gli uomini si resero conto con i propri
occhi la gravità della situazione. L'acqua gelida aveva inondato i loro
alloggi, mentre ai piani superiori l'equipaggio era ancora rassicurante
nei confronti dei passeggeri di prima classe e di seconda classe che
nulla di grave era accaduto.
Basandosi sulle proprie abilità di sopravvivenza, i marinai cinesi
avrebbero reagito prontamente nell'evacuare la nave, perché
probabilmente non compresero gli ordini di rimanere nelle loro cabine.
Cinque dei sei sopravvissuti cinesi lo fecero direttamente nelle
imbarcazioni di salvataggio, il sesto, Fang Lang, fu uno dei pochi
uomini fortunati raccolti dall'imbarcazione numero 14, l'unica a tornare
sul luogo del naufragio a cercare eventuali sopravvissuti.
La fuga fortunata di questi sei uomini è poco conosciuta in Cina,
nonostante la grande popolarità della storia del TITANIC nella
nazione, grazie al film di James Cameron del 1997: la stragrande del
popolo cinese però ignora che c'erano passeggeri cinesi sulla nave.
Quelli che ne erano a conoscenza ne avevano ricavato impressioni
disonorevoli, disgustati che su un'imbarcazione di salvataggio destinata
a donne e bambini loro avevano trovato posto. La voce potrebbe aver
avuto origine dal fatto che Joseph Bruce Ismay era finito in una barca
con quattro di loro.
All’indagine post-tragedia a New York, Ismay aveva affermato che gli
uomini cinesi erano stati trovati sotto i sedili e questo dopo che la
barca di salvataggio aveva lasciato il TITANIC. Ma altri rapporti
dimostrano che la barca era vigilata da un ufficiale armato (Wilde?,
Murdoch? Lightoller?), senza possibilità per i passeggeri non
autorizzati di salire a bordo.
L'insinuazione di Ismay ritengo sia stata un tentativo di rafforzare il
suo status di gentiluomo. Quegli uomini si sarebbero semplicemente
gettati nelle barche.
La storia di uno di loro, Fang Lang, è particolarmente triste: si
trovava a galleggiare su una porta a cui si era legato: era stato tirato
a bordo della scialuppa congelato. Il film del 1997 ha ricreato il
salvataggio di Fang, ma questa scena poi è stata inclusa nel taglio
finale.
I sei uomini sopravvissero all'affondamento del TITANIC solo per
arrivare negli Stati Uniti durante la clausola di esclusione cinese, che
vietava l'immigrazione di cinesi in America. Mentre gli altri passeggeri
furono accolti a New York e ebbero l'opportunità di raccontare le loro
storie alla stampa, i sei sopravvissuti cinesi erano scomparsi dai
record.
I superstiti, una volta rimpatriati, furono accolti come eroi al loro ritorno a Hong Kong. |