Dall' S. S. Bremen



Il 20 aprile 1912, durante la navigazione da Brema a New York, l'S. S. Bremen attraversò il campo di detriti lasciato dall'affondamento del TITANIC.
Fu da bordo di questa nave che il passeggero boemo di nome Stephen Rehorek fotografò l'iceberg che corrispondeva alle descrizioni dei testimoni oculari e agli schizzi che erano stati forniti. Inoltre, i passeggeri e l'equipaggio di quel piroscafo riferirono di aver visto centinaia di corpi galleggiare nell'acqua, nonché molte sdraio e pezzi di legno. Poiché il Mackay Bennett, noleggiato appositamente dalla White Star Line, era già in attività per recuperare i corpi, il Bremen non si fermò per recuperarne nessuno.
Johanna Stunke, una passeggera di prima classe che viaggiava su quella nave battente bandiera tedesca, fece un rapporto piuttosto scioccante sul fatto di vedere corpi galleggianti nell'acqua quando l'imbarcazione passò nell'area dove il TITANIC era affondato pochi giorni prima.
La Stunke descrisse la terribile scena come segue:
"Erano tra le 4 e le 5 del pomeriggio di sabato (20 aprile, appunto; N.d.A.), quando la nostra nave ha avvistato a dritta, un iceberg. Ci era stato detto da alcuni ufficiali che il Bremen stava per passare a poche miglia dalla posizione data dal TITANIC quando era affondato. Così quando salì il grido che il ghiaccio era stato avvistato, tutti ci siamo precipitati verso la ringhiera dal lato di dritta.
Era una bellissima giornata e il sole che brillava sull'iceberg ci aveva consentito di scattare una foto meravigliosa.

 


Fotografia da bordo del Bremen: all'orizzonte un inceberg.

 

Ma, mentre ci avvicinavamo e potevamo vedere brillare piccoli puntini bianchi che fluttuavano in mare, una sensazione di soggezione e tristezza si insinuò in tutti noi e la nave proseguì nel silenzio più assoluto.
Saremo passati a circa un centinaio di metri dalla deriva più meridionale dei rottami del TITANIC, e dalla balaustra, guardando giù in basso, vedemmo distintamente un certo numero di corpi, così chiaramente da poter capire cosa indossavano e se fossero uomini o donne.
Abbiamo visto una donna con la sua camicia da notte, con un bambino legato al seno.
C'era un'altra donna, completamente vestita, con le braccia strette intorno al corpo di un cane che sembrava un S. Bernardo.
I corpi di tre uomini in gruppo, tutti aggrappati a una sedia, galleggiavano lì vicino. Poco oltre di loro c'erano una decina di altri corpi di uomini: tutti indossavano il giubbotto di salvataggio ed erano attaccati a chissà che cosa, intenti forse a compiere un'ultima disperata lotta per la vita.
Erano gli unici corpi che erano passati abbastanza vicino alla nostra nave per distinguerli chiaramente ma potevamo vedere qua e là anche molti salvagente bianchi.
Diverse passeggere si erano messe ad urlare e avevano lasciato la ringhiera in preda ad una condizione di svenimento."


 
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