Gli emigranti a bordo del TITANIC venivano da tutta Europa ed oltre
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"La nazionalità dei passeggeri"): c'era perfino qualche cinese e
questo malgrado le leggi di immigrazione americane.
Nessuno, o quasi
nessuno, si era trovato a così stretto contatto con tanti stranieri, c'era
quindi una sorprendente varietà di abbigliamento e di caratteristiche
razziali. Gli uni squadravano gli altri con franca curiosità. Senza il
proficuo traffico degli emigranti non sarebbe stato possibile gestire
economicamente questi transatlantici di lusso.
La difficoltà maggiore era costituita dal problema della lingua. Coloro che
provenivano dai vari paesi scandinavi si capivano abbastanza bene, in fondo
le loro lingue erano simili; gli ebrei generalmente comunicano tra loro in
yiddish, ma alla maggioranza quella babele di lingue straniere suonava
incomprensibile: secondo quanto riportato da un sopravvissuto, William Stead,
qualche giorno prima dell'affondamento, definì il TITANIC, una "splendida,
mostruosa Babilonia galleggiante".
L'opera di Muller, colui che a bordo del TITANIC fu assoldato per
ricoprire l'incarico di interprete in terza classe, era molto richiesta. Di
Muller, si sa solo dai certificati che aveva 36 anni, che era cittadino tedesco,
e che risiedeva a Southampton: non è dato a sapere neanche il suo nome di
battesimo, i documenti lo citano come "L." Muller.
In generale è lecito supporre che gli appartenenti alle diverse nazionalità
formavano gruppi separati: talvolta composti da vecchi amici e vicini di
casa, talvolta reciprocamente attratti da un comune interesse, o dalla
medesima professione, talvolta questi gruppi si costituivano
unicamente per casualità fortuite. Sembrerebbe che di solito fossero sempre disposti ad
unirsi anche nei giochi collettivi dove non c'era bisogno di conversare. Tra
gli altri svaghi, potevano ascoltare chi tra loro suonava la cornamusa
piuttosto che la fisarmonica. Nei concitati momenti del naufragio, diversi
uomini di terza classe si fecero faticosamente strada verso poppa con il
proprio bagaglio. In mezzo ad un folto gruppo di persone c'era sicuramente anche L. Muller, l'interprete
del TITANIC. |