Molti testimoni di quell'alba piovosa del 18 aprile 1912 ricordarono, nei
decenni successivi, che l'odore del magnesio esploso dai flash delle macchine
fotografiche occupò tutta l'area del molo 54. Centinaia di reporter
e, soprattutto, 10.000 persone stazionarono nella zona dei Battery Garden
fin dalle 6 del mattino. Alle 8 erano già 30.000.
Lentamente, accerchiata da centinaia di barche, la Carpathia
percorse la riva occidentale della penisola di Manhattan. Portava con
sé i 705 superstiti dell'affondamento del TITANIC.
Erano circa le 9:30 quando la nave riuscì ad attraccare al molo 54. Sulla
riva, nelle immediate vicinanze della nave, qualche migliaio di persone
aveva ottenuto il permesso di attendere i superstiti. Erano parenti,
amici, fidanzati. Per i 174 superstiti della terza classe, invece,
ci furono i volontari di associazioni caritatevoli unici ad accogliere questa povera
gente, partita da Southampton o Queenstown, priva di ogni avere e con un
futuro tutto da ricostruire.
Nei giorni precedenti sono apparse sui giornali alcune liste di sopravvissuti
e dispersi, sostanzialmente basate sui messaggi radiotelegrafici che la
Carpathia, in navigazione verso New York, era riuscita ad inviare. Tuttavia,
il dato reale sui vivi ed i morti prese forma solamente lungo quel molo.
I superstiti scesero dalla nave sperando che a terra qualcuno potesse
dir loro che altre navi avevano raggiunto il luogo dell'affondamento. E invece
scoprirono che fu solo la Carpathia.
Altra gente in attesa sul molo, allo stesso tempo, lentamente realizzò che
fra le persone salvate non vi erano i propri cari. Che i superstiti fossero
in gran parte donne e bambini fu cosa nota. Che le vittime non fossero, di
conseguenza, soltanto uomini, fu un dato altrettanto conosciuto. Infatti,
fra i 1518 morti si dovette registrare la presenza, quasi al completo, dei
passeggeri di terza classe, "volutamente" bloccati nei ponti inferiori durante
le operazioni di evacuazione della nave.
Sul TITANIC erano disponibili scialuppe di salvataggio in numero
pari ad un terzo dei passeggeri. Non si trattava di una violazione delle
leggi della navigazione. Anzi, il regolamento dell'epoca prevedeva 1.178
posti sulle scialuppe per una nave, come il TITANIC, che poteva imbarcare
3547 persone. Il periodo di bassa stagione portò a bordo solo 2223
passeggeri. Le vittime, quindi, avrebbero potuto essere ben più numerose. |