Non fu il solo, in quella tragica notte, a trasgredire
l'imperativo "prima le donne ed i bambini". Ma fu anche l'unico
giapponese a bordo del TITANIC, e tale unicità si tradusse in un
faro che per tutta la vita illuminò di vergogna, lui e la sua
famiglia.
Masabumi Hosono, 42enne impiegato giapponese nella foto sopra, si lanciò su una barca di
salvataggio dopo aver udito un ufficiale gridare: "Ci sono ancora due
posti!".
Descrivendo le storie dei superstiti, i giornali americani raccontarono
anche quella di Masabumi Hosono, descrivendolo, senza toni critici (non pochi
importanti passeggeri maschi di prima classe si erano del resto
"trovati" sulle scialuppe), come il "fortunato signore
giapponese". Non la passò liscia, invece, al suo paese.
Il Ministro dei Trasporti giapponese bollò come infamante il suo comportamento,
lesivo della tradizione eroica dei samurai. Fu accusato di immoralità e
venne licenziato. Molti morirono, Masabumi Hosono era vivo: questa era
la sua condanna inappellabile; egli, per la verità, non fece nulla: tranne di essersi salvato. Morì nel 1939, dopo 24 anni passati in un isolamento pressoché
totale, era un uomo distrutto, senza amici e senza lavoro.
Anche la sua famiglia subì le conseguenze del gesto vergognoso, trovandosi
in
difficoltà nei rapporti quotidiani.
Masabumi Hosono scrisse un diario sulla sua avventura, e questo rimase segreto
e custodito dai suoi discendenti fino a poco tempo fa quando un suo
pronipote ha deciso di renderlo pubblico. Nessuna rivelazione che possa
riabilitare il povero Masabumi Hosono è contenuta nel testo. Il suo
racconto descrisse la paura ed il pensiero di non poter rivedere i suoi
cari: "Cercai di prepararmi alla fine senza agitazione, disponendomi
a non compiere nulla di disonorevole per un giapponese. Ma subito mi
scoprivo a cercare e sperare una possibilità di salvezza. Ero disperato
all'idea che non avrei più potuto vedere mia moglie ed i miei figli, non
avevo altra possibilità che condividere il destino del TITANIC. Ad
un tratto un ufficiale gridò che c'era posto per altri due. Un uomo
saltò nella scialuppa. Anch'io, allora, decisi di sfruttare quest'ultima
opportunità". Narrò poi delle persone a bordo della scialuppa: "Tutte piangevano
ed anch'io ero disperato, ma non immaginavo cosa sarebbe stato di me nel
futuro". |