Dovevano essere professionisti eccellenti: la scelta cadde su Gaspare Antonio
Pietro Gatti, che si fece chiamare Luigi.
Il Gatti,
che nacque il 3 gennaio 1875 a Montalto Pavese (Pavia), figlio di Paolo e di
Maria Nascimbene, lasciò
l'Italia natia molto giovane per andare a fare carriera in Inghilterra, e, dopo avere fatto la gavetta,
finì per prendere la gestione
di grandi ristoranti a Londra. Fu ingaggiato come ristoratore indipendente
dalla White Star Line, diresse dapprima il grande ristorante dell'Olympic
per passare quindi al TITANIC. Il Gatti provvide personalmente
ad assumere e retribuire il proprio personale, così come direttamente
curò gli acquisti. I passeggeri che desideravano consumare un pasto speciale
o festeggiare un avvenimento importante ricevettero dal "Signor Gatti"
consigli illuminanti. Il nostro scelse un personale di sala che conosceva
bene, che per la maggior parte fu costituito da italiani, ed seppe
circondarsi da professionisti di alto livello.
Luigi Gatti sapeva che in cucina non si dovevano fare scelte
arrischiate: assunse molti italiani e francesi che già lavorarono nelle
grandi case di Londra.
Il personale come riferito fu sotto la gestione di
Luigi Gatti: al suo servizio, come ci si può documentare leggendo i
fascicoli disponibili presso il National Archive di Londra, vi furono 2
cassiere ed un impiegato Paul Maugé (questi ultimi al servizio, quindi dipendenti
della White Star Line) e 29 italiani, 23 francesi, 6 inglesi, 4
svizzeri, 1 belga, 1 tedesco, 1 olandese ed 1 spagnolo. Resta dubbia la
nazionalità di un paio di persone, altri due ipotetici italiani o francesi. Eccezion fatta per il
Gatti, che era alloggiato in una cabina di seconda classe del ponte D,
tutti i componenti l'équipe furono ospitati in cabine, a più letti,
del ponte E.
La nave fu invasa dall'acqua molto rapidamente, e le scialuppe di salvataggio
non erano sufficienti per tutti. Saranno dunque soltanto 705 persone a trovare
scampo ed i cuochi, che nell'ordine stabilito occuparono una posizione
molto sfavorevole, avrebbero pagato il tributo più alto. Inoltre, l'assunzione
tardiva delle maestranze per il Ristorante A' Carte avvenne senza che
fosse comunicata alla direzione della compagnia la lista definitiva del personale.
Le ricerche per sapere chi del personale fosse annegato risultarono quindi
assai complicate. Solo dopo il naufragio questo aspetto della vicenda assunse
rilievo, dato che i giornali non riuscirono a stabilire il numero esatto dei
dispersi. La stampa stimò, per esempio, senza darne però conferma,
che 50 italiani (essenzialmente camerieri) fossero annegati: nessun dato fu
certo, visto che non esisteva un elenco completo. Per contro, uno dei
fratelli Peracchio, risultò tra i sopravvissuti.
Il Signor Gatti non ebbe fortuna: il suo corpo privo di
vita fu ripescato nell'acqua gelida. Portò indosso il suo anello ornato da un grosso
diamante, i gemelli da polso con incise le iniziali LG, e l'orologio
in oro che non gli sarebbe servito più a nulla. Lo sfortunato
connazionale fu sepolto al Fairview Cemetery di Halifax. |